mercoledì 23 gennaio 2013

Ragusa: bracconaggio all'interno della riserva dei pantani


ANCORA GRAVI EPISODI DI BRACCONAGGIO
ALL’INTERNO DELLA RISERVA DEI PANTANI
DELLA SICILIA SUD ORIENTALE
Sequestrati stampi, richiami e anatre abbattute al Pantano Bruno (RG).
LIPU chiede un ultimo atto amministrativo in modo da consegnare la Riserva all’Azienda Regionale Foreste Demaniali

Hanno tentato la fuga attraverso le sponde del pantano Bruno. Ma il tempestivo intervento delle guardie volontarie LIPU li ha bloccati: sequestrate armi, munizioni e fauna abbattuta, denunciato uno dei trasgressori. Lo rende noto la LIPU-BirdLife Italia: nonostante siano passati quasi due anni dalla sua istituzione, gli episodi di caccia illegale all’interno della Riserva Naturale Pantani della Sicilia sud orientale non finiscono.
L’ultimo episodio, risalente ad alcuni giorni fa, è avvenuto nella Riserva dei pantani della Sicilia Sud Orientale, durante uno dei servizi di vigilanza venatoria operati nella zona, quando le guardie venatorie volontarie della LIPU del nucleo di Ragusa hanno intercettato alcuni cacciatori in attività di caccia all’interno del pantano Bruno, in piena zona A della Riserva.
In particolare, alle prime luci dell’alba, due cacciatori sono stati colti in flagrante mentre posizionavano stampi di plastica per attirare gli uccelli ed in tutta tranquillità avevano iniziato a sparare diversi colpi di fucile abbattendo anche delle anatre.
I cacciatori, che non si sono fermati all’alt delle guardie, hanno tentato la fuga attraverso le sponde del pantano, ma uno dei due è stato bloccato dopo qualche minuto di inseguimento.
L’intervento tempestivo dei Carabinieri di Ispica e della Polizia Provinciale di Ragusa ha permesso di operare il sequestro delle armi, delle munizioni e della fauna abbattuta, così come previsto dalla legge, e il trasgressore bloccato è stato denunciato per quattro ipotesi di reato. 

Questa operazione rappresenta senza dubbio un successo nell’ambito delle attività di vigilanza venatoria e controllo antibracconaggio che già da diversi anni la polizia provinciale di Ragusa, con la collaborazione delle guardie LIPU, svolge nell’area della Riserva dei Pantani.
Purtroppo però, nonostante i sistematici controlli nella zona, si ripetono ancora episodi di bracconaggio, come testimoniano le numerose segnalazioni ricevute anche quest’anno; bisogna tuttavia sottolineare che la stragrande maggioranza di questi episodi si verifica nell’area della Riserva che ricade in provincia di Siracusa, dove l’attività di vigilanza è del tutto assente. Questa evidente disparità crea le condizioni favorevoli al persistere di atti criminosi (si ricorda che l’attività venatoria all’interno delle aree protette è reato) perpetrati dalle frange più miopi e anacronistiche del mondo venatorio. Se da un lato è innegabile che questi illeciti arrechino un grave danno a tutta la fauna presente in questo periodo nella Riserva, dall’altro è altrettanto evidente che l’inerzia dimostrata dagli organi deputati ad effettuare gli opportuni controlli sul versante siracusano (Ripartizione Faunistico Venatoria di Siracusa, Polizia Provinciale di Siracusa, Corpo Forestale), ormai consolidata negli anni,  è diventata per i bracconieri una tacita e scontata certezza d’impunità e per tali organi di controllo un’inevitabile quanto grave testimonianza di corresponsabilità.
Tra gli altri illeciti ambientali a danno del delicato ecosistema della Riserva, sono stati rilevati anche episodi di pesca abusiva con reti; questa tecnica di pesca, oltre a non essere ovviamente consentita in Riserva, è illegale in tutte le acque interne perché causa di un enorme danno alla fauna ittica e un gravissimo disturbo a quella ornitica.

Visto questo persistere di fenomeni di illegalità, chiediamo al presidente della Regione Sicilia Crocetta che venga formalizzato al più presto l’ultimo atto amministrativo che consegna la Riserva ufficialmente all’ente gestore designato, l’Azienda Regionale Foreste Demaniali - dichiara il presidente della LIPU  Fulvio Mamone Capria -  Si tratta di un semplice passaggio burocratico, purtroppo fermo da più di un anno, che consentirà di avviare tutte quelle azioni di conservazione specifiche per la tutela della fauna ed il ripristino definitivo di condizioni di legalità”.
Parma, 23 gennaio 2013

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